Ma vaffanculo, dio boh, non so più cosa offendere.
Allora, sono in un periodo un po' così, di stress, ansia, boh, saranno i fottutissimi esami, e ci sono dei beneamati deficienti che non lo capiscono. Detto questo, passiamo avanti.
Ieri saggio di arpa. Erano due settimane che mi esercitavo sul mio pezzo, difficile e da fare veloce. Partiamo a mezzogiorno (non vado a scuola) e arriviamo alle tre, c'è un bordello totale a Messina per la festa di Santa Rita (ho comprato alcune caramelle dopo



Tralasciando cazzatelle come il ritardo dei trombettisti che dovevano suonare prima di noi, momenti felici con le colleghe (le altre studentesse che vedo poco perché vanno a lezione in giorni diversi)... vabbe', il saggio va benissimo.

Arriva mio padre (che l'arpa gli sta antipatica, non chiedetegli perché) che dice: - Eh, ma non hai fatto niente! Mi aspettavo di più! Hai suonato pochissimo! Io non vengo più fino a Messina per sentire due minuti! [noi viviamo in provincia di Catania].
E questo già mi ha sfracellato i coglioni. Però niente, stai zitta che poi ti fa la ramanzina per tutta la vita. Alla fine del saggio andiamo a cena con le colleghe, come negli anni passati.
Quest'anno non si può. PERCHé? PERCHé LA CRISTO DI MACCHINA NON PARTIVA. ERANO CAZZI. ERA NOTTE, MINCHIA AVEVO PAURA. Menomale che mia mamma era venuta con mio padre [io con mio nonno].
Cioè, mi salto la cena e quel povero cristo di mio nonno è costetto a dormire in macchina. Perché giustamente mio padre si scazzava ad andarci, per mia madre non sarebbe stato un problema, ma quando scassa e chi lo sente più.

Così torniamo, tristissimi e sotto la pioggia e il freddo e il gelo a casa. E la macchina non partiva per UN PROBLEMA DEL CAZZO.
Vaffanculo. Vaffanculo a mio padre e alla cena persa. Vaffanculo. Giusto giusto ieri, CON TUTTI I FOTTUTI 365 GIORNI DELL'ANNO. Vaffanculo, vaffanculo, vaffanculo.
